venerdì 14 ottobre 2011

SIAMO TUTTI SCHIAVI


Cosa vuol dire essere schiavi? quale evoluzione ha avuto questa drammatica parola, come è declinabile ai giorni nostri? Cosa ci rende oggi tutti schiavi? È questo l'interrogativo più contemporaneo sul tema. Perché una certezza l'abbiamo, che lo siamo, siamo tutti schiavi; non più di pirateschi mercanti di uomini ma della stessa struttura sociale che ci siamo creati attorno. Siamo tutti schiavi e oggi il nostro aguzzino si chiama Stato di Necessità.

Singolare come scrivendo queste due parole emerge la loro duplice valenza, siamo schiavi di uno Stato nel senso più istituzionale, che ha perso qualunque valore di rappresentatività e interesse comune; Necessità che ci costringe e distrae, impegnati in maniera estenuante nella lotta quotidiana per garantire alla propria famiglia un tetto e un tozzo di pane.

È ormai troppo facile lasciare corda a un eloquenza che ci porta a dire che la casta, i banchieri, e i finanzieri ci fanno fare quello che vogliono e soprattutto fanno quello che vogliono, e noi tutti zitti e buoni. In realtà parliamo e combattiamo contro un sistema perfetto, creato su misura per tutelare i grandi interessi mondiali potendo contare su milioni e milioni di schiavi che non possono permettersi il lusso di scendere in piazza e urlare il loro dissenso. Perché quel giorno, e ce ne vorrebbero tanti, di protesta volontaria sarebbe non retribuito e pagato a caro prezzo da chi anche se non ha più niente da perdere trova nella linea sottile che divide disperazione da sopravvivenza ancora un ancora di salvezza.

Siamo schiavi perché nessuno di noi molla quello che sta facendo per manifestare per un cambiamento che ancora oggi resterebbe possibile, lo siamo perché al momento del voto è, alla fine, preferibile votare per l'amico dell'amico, perché le persone oneste e serie si tengono lontano dalla politica e da i posti di gestione sociale, visto che ne sarebbero triturate, schiavi di noi stessi e della natura umana che in senso evolutivo è ancora indietro rispetto a un modello sociale, si pensato, ma mai realizzato. Lo siamo perché l'onestà conta meno della disonestà, lo siamo perché nel dubbio preferiamo la strada più comoda, lo siamo perché tra di noi non c'é nessuna reale solidarietà sociale, perché al diritto preferiamo l'amicizia di qualcuno. Lo siamo perché non vogliamo alternative.

Non lo saremo più quando la disperazione supererà la sopravvivenza ma non sarà un buon momento comunque.

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