lunedì 7 dicembre 2009

Digitale Terrestre... occhio ai rifiuti.

L’introduzione del digitale terrestre per la trasmissione dei programmi televisivi provocherà un notevole incremento della quantità di rifiuti elettronici: parole del Centro di Coordinamento RAEE, l’organismo che raggruppa i Sistemi Collettivi istituiti per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
In attesa del decreto attuativo che renderà possibile la consegna delle apparecchiature usate direttamente presso i rivenditori, l’unica alternativa a disposizione degli utenti è la consegna presso le isole o piattaforme ecologiche comunali, con un alto rischio di abbandoni in discariche abusive o conferimento nei normali cassonetti per l’indifferenziata in tutti quei comuni sprovvisti di aree attrezzate.
E anche se nei primi nove mesi del 2009 la raccolta dei RAEE è stata quattro volte di più rispetto allo stesso periodo del 2008, la previsione per il 2010 è di un incremento di 51mila tonnellate di apparecchi usati, quantità che deve essere opportunamente intercettata e ben gestita.
Attualmente i centri i centri di raccolta tv e monitor sparsi su tutto il territorio nazionale e organizzati dal Centro di Coordinamento RAEE sono 2.893. La copertura dei comuni è pari a 5.800 su 8.100 (pari al 71,6%) e i cittadini serviti sono 48 milioni, con grosse differenze a livello regionale: se la copertura è praticamente totale in Emilia Romagna, in altre, specie al Sud, è assolutamente deficitaria e inadeguata.
Il danno ambientale, oltre che economico, sarebbe molto grave, dal momento che da una tv può essere recuperato fino al 96% delle parti che lo costituiscono: fra i principali materiali recuperabili ci sono plastica vetro (48%), (16%), ferro (12%), rame (3%), alluminio (0,4%).

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