mercoledì 30 marzo 2011

Le biomasse nel futuro di Termini

L’unica fabbrica italiana della Fiat che ha un minimo di certezze per il futuro è quella di Termini Imerese, provincia di Palermo: alla Fiat di Termini, infatti, sanno tutti che tra poco non esisterà la Fiat di Termini. L’azienda è stata chiara, lo stabilimento verrà chiuso. Da quando si sanno i “piani industriali” per Termini, però, è stato tutto un fioccare di proposte, ipotesi e trattative. Come quella dell’ex ministro Scajola che, prima di scoprire che qualcuno gli aveva quasi regalato una casa, ha proposto una centrale nucleare al posto della Fiat. Per sfregio alla proposta nucleare è arrivata poco dopo quella del fotovoltaico e delle auto elettriche. La famosa proposta “sunny car in a sunny region”. Ora, per restare in tema, arriva quella delle biomasse. Proviene da Biogen, società di proprietà di Ricciarelli Spa (che fa packaging per prodotti alimentari) e MondoPower (che fa energie rinnovabili). La “proposta Biogen” consiste in un investimento da 160 milioni di euro, 19 dei quali messi dallo stato italiano, per costruire una centrale a biomasse con 70 occupati: oli vegetali per produrre energia elettrica e calore. Considerando che in Sicilia non ci sono coltivazioni consistenti di piante oleose da industria, e che a Termini Imerese c’è un porto (seppur malandato), è lecito supporre che le biomasse non siano esattamente a km zero. Fatto sta che la “proposta Biogen” prevede anche la cessione alle aziende del distretto industriale di Termini di energia a costi favorevoli. Se l’affare non dovesse andare in porto, considerato che l’energia nucleare non è proprio proponibile di questi tempi, c’è anche l’ultima soluzione: a Termini ci facciamo gli studi televisivi di Einstein Multimedia, che già in Sicilia produce l’orribile serie tv (pesantemente sovvenzionata dalla Regione) “Agrodolce”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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