
Vitrano e Bonomo la controllerebbero non direttamente ma attraverso alcuni prestanome. L’ingegnere Ingrassia ha raccontato di essere vittima di un sistema che lo stava stritolando: “Avevo detto più volte a mia moglie che volevo denunciare tutto. Perché quella a cui ero sottoposto era una vessazione doppia: prima per i soldi che ho dovuto versare dalla società, successivamente con l’imposizione delle ditte. Ultimamente avevo pure cercato di uscirne, provavo a prendere tempo, ad abbozzare scuse… Ma loro erano voracissimi. Proponevano sempre terreni dove realizzare nuovi impianti. E io a volte dicevo che in quel luogo c’ erano problemi di natura geologica, o altri impedimenti…”. Vitrano, nell’interrogatorio davanti al gip, subito dopo l’arresto, ha invece respinto le accuse sostenendo che non ha mai chiesto denaro all’ingegnere Ingrassia visto che ne era socio. Intanto il legale dell'On. VItrano, l’avvocato Vincenzo Lo Re, ha chiesto al tribunale del Riesame la scarcerazione dell’indagato restando in attesa della decisione dei giudici.
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