lunedì 13 giugno 2011

E SE VINCESSE IL SI


In Italia ci sono pochissimi precedenti in cui, dai radicali ai tentativi di Mariotto Segni, si è riusciti a raggiungere il quorum referendario del 50% + 1. E quei pochissimi risalgono ad anni in cui il fermento sociale era ben diverso, gli anni 70, e riguardavano per quei tempi delle vere e proprie rivoluzioni sociali, basti ricordare aborto e divorzio. Il referendum abrogativo, perché ricordiamo che in Italia è costituzionalmente ammesso solo quello abrogativo cioè se sei contrario a una cosa devi votare SI, sembra sia sulla buona strada per raggiungere il famigerato quorum che renderebbero i risultati vincolanti per chi governa. Si è detto un po di tutto su questo risultato, è un voto contro il governo, è un referendum per mandare a casa Berlusconi, il nucleare è una scusa per fare da traino, testimonia che il berlusconismo è finito ecc. ecc. Personalmente al di la degli effetti correlati, come dire delle possibili controindicazioni non previste dai contenuti espressi nei quesiti, il grande afflusso alle urne testimonia una cosa soltanto e nella sua unicità straordinaria, CHE L'ITALIA è VIVA, che gli Italiani sono vivi, che c'è ancora la maggior parte della popolazione che pur schiacciata da una crisi senza uscita e da un “fine mese che si accorcia sempre di più” si ricorda che un diritto ineluttabile c'è, ed è nelle sproprie mani, IL VOTO.

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