Berlusconi Bugie, Verità... solo punti di vista?
Il Presidente del Consiglio dice solo bugie e mezze verità… così ha argomentato giorni fa un noto critico televisivo politicamente schierato, e così insistono sui loro mezzi praticamente tutti i giornalisti avversari del Silvio nazionale, corroborando tale questione con rivelazioni, quelle sì senz’altro vere (sic), sui comportamenti crapuloni e dissennati del premier italiano. I sostenitori del Primo Ministro, invece, sostengono che è tutta una montatura della sinistra che, non disponendo di validi argomenti politici, ricorre alla menzogna e al pettegolezzo per infangare l’immagine del loro leader. Seguono a ruota gli elettori ed i sostenitori di ambedue le parti politiche. Anche la stampa straniera discetta su tali problemi accreditando l’una o l’altra verità, come sacrosanta, a seconda di quella preferita dalla loro linea editoriale. Qualche cinico può concludere che queste sono le chiacchiere che da sempre circondano la gestione del potere e che, come ha fatto notare H. Weinrich nel suo bel saggio sulla semiotica della menzogna, “per i politici e i diplomatici la menzogna fa parte del mestiere, è un’arte.” (tr. It. Pag. 134). Il dibattito sullo statuto logico ed il significato della verità è vecchio quanto il pensiero speculativo ed attraversa praticamente tutta la riflessione filosofica, almeno quella che ne ha cercato i fondamenti a prescindere da orientamenti dogmatici; ma anche nei casi in cui si è posto che l’unica grande verità è quella che promana da Dio, ecco che, anche in questi casi, separarla dalla menzogna del male è diventata una priorità dell’indagine speculativa. Per cercare di districare la questione nel settembre del 1986, a Monaco di Baviera, si tenne un congresso internazionale in cui intervennero i maggiori rappresentanti mondiali delle varie discipline afferenti alla “magna quaestio est de mendacio…”. A distanza di alcuni anni, nel febbraio del ’92, l’Istituto Italiano per gli studi filosofici, sotto il patrocinio del CNR, organizzò a Napoli un convegno internazionale dal tema “Menzogna, Inganno, Simulazione: filosofia, linguistica, psicologia, intelligenza artificiale”. Il risultato - che a qualcuno può apparire paradossale - di entrambi i simposi fu che anziché porre un punto risolutivo sulla questione se ne allargò ulteriormente la portata chiarendo però, in alcuni interventi, che quasi sempre chi sostiene di dire la verità mente e che, talvolta, come è il caso di Epimenide il cretese, chi dice di mentire può asserire una verità ma che, nella stragrande maggioranza dei casi, la questione resta indecidibile, perfino se si sta trattando, come ha dimostrato K. Gödell, di asserzioni matematiche. A noi, probabilmente, non resta che stare con L. Wittgeinstein secondo cui ciò di cui non si sa dire bisognerebbe tacere…
Giovanni Vitale
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