mercoledì 24 giugno 2009

Disinformazione Intenzionale e potere

La disinformazione politica ha ormai raggiunto livelli preoccupanti: è in questa chiave che secondo me và letto l’astensionismo dilagante alle elezioni ed ai referendum. La disinformazione si può ottenere con la mancanza ma anche con un eccesso di comunicazione, specie se di scadente qualità. Un teorema fondamentale della teoria dell’informazione recita che con l’aumento dell’informazione aumenta anche il rumore (disturbo) e, dunque, diminuisce la leggibilità del messaggio. Inoltre C. E. Shannon e W. Weaver, pionieri della scienza della comunicazione, ci mettono in guardia sul fatto che esiste un limite soglia oltre il quale, aumentando oltre misura l’informazione immessa in un canale, per quanto ben codificata, essa diventa di fatto inintelligibile. Indubbiamente, da un po’ di anni a questa parte, si è avuto un incremento esponenziale di comunicazione politica, il cui effetto è stato un appiattimento sullo sfondo dei messaggi che si è tentato di veicolare. Infatti, constatatolo, un modo logico per emergerne è stato il ricorso all’uso di nuovi o inusitati canali comunicativi la cui pratica, però, implica la ridefinizione dei target e la rielaborazione dei messaggi non solo nella forma ma, a secondo del medium, anche dei contenuti. A ciò và aggiunta, credo, la disinformazione intenzionale: un caso eclatante è il tertium non datur che è stato propagandato a proposito dello sbarramento elettivo, opponendo il (A) ‘diritto di tribuna’ alla (B) ‘governabilità’; ma il terzo escluso si ha quando (A) esclude logicamente (B), il che evidentemente non si applica al caso in questione: niente impedisce di mettere in atto meccanismi che permettano di eleggere qualsivoglia rappresentanti di minoranze senza che questi condizionino il Governo che può essere garantito dal premio di maggioranza attribuito alla sua lista; lo sbarramento avverrebbe, d'altronde, automaticamente con la diminuzione dei seggi disponibili. Semmai può risultare, al contrario, che quegli eletti potrebbero, sostenendola, garantire la sopravvivenza ad un governo sottraendolo così al ricatto di singoli membri della maggioranza che decidessero, durante la legislatura, di passare all’opposizione. Quanto all’addotto contenimento dei costi della politica, dovrebbe apparire facilmente che si tratta di un argomento pretestuoso dato che l’ammontare dei costi si ricava da innumerevoli capitoli di spesa la cui mole è del tutto arbitraria. Un altro caso evidente è la sorte toccata al terzo quesito referendario che prescriveva l’abolizione della possibilità per lo stesso soggetto di essere candidato in più collegi: tutte, indistintamente, le persone con cui ho avuto modo di parlarne sono convenute sul fatto che sarebbe un’ottima cosa che non può che far bene alla democraticità del nostro sistema elettorale, ma di fatto pochissime si sono recate ai seggi per chiedere che venisse loro consegnata solo la terza scheda. Scommetterei più di un caffè che ad averlo fatto sono stati solo gli elettori meglio informati e più consapevoli. Presumibilmente anche sui primi due quesiti è arrivata poca informazione ma su questi si poteva effettivamente esercitare una scelta politica mentre il terzo ha a che fare con una posizione squisitamente opportunistica e con la gestione oligarchica del potere!
Giovanni Vitale

Nessun commento: