Alla conta dei numeri non reggono, anche se il tentativo è petulante, le elucubrazioni e i voli pindarici della libera interpretazione politica. Certamente un dato di partenza errato è quello che raffronta i dati elettorali delle politiche con le Europee; la percezione e, consequenzialmente, la partecipazione dell’elettorato nelle due consultazioni è profondamente diversa, anche se le cose stanno migliorando l’Europa è vissuta ancora con un certo transfert di lontananza, un Parlamento che ha poco a che vedere con la vita di tutti i giorni.
Sul dato italiano la partita si giocava essenzialmente su quattro o cinque forze politiche e, su queste, alcune considerazioni “matematiche” vanno certamente fatte: i voti del PdL possono e vanno certamente sommati a quelli della Lega: 35,2% e 10,2%. Lo stesso sembra non potersi fare per i voti del PD (26,1%) e Italia dei Valori (8%), tanto meno per quelli di Rifondazione (3,4%) e Sinistra e Libertà (3,1%). Restano a sé chiaramente i voti dell’UdC che rispetto al panorama nazionale tiene…
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