Continua perseverante il dibattito sullo storico calo d’affluenza al voto in Sicilia, politici e commentatori continuano ad alternarsi per analizzarne i contorni e gli elementi fondanti: le elezioni Europee non sono molto sentite, lo scontro interno alla maggioranza, l’immobilismo del governo Lombardo, l’immondizia sulle strade nel capoluogo, ecc. ecc., solo queste alcune delle principali cause usate per giustificare la mancata affluenza alle urne nell’isola. Ma se si sbagliassero tutti? Se la Sicilia e i Siciliani, che come diceva Sciascia “terra di tutti gli esperimenti politici” fossero semplicemente stanchi e avessero per caso prima di andare a votare guardato la propria tessera elettorale notando che negli ultimi due anni ci sono ben sette timbri per altrettante chiamate alle urne? Se la Sicilia fosse la prima regione a diminuire la propria partecipazione popolare al voto non contro o a favore di qualcuno ma semplicemente per lanciare un messaggio di voglia di stabilità e continuità nell’azione politica e amministrativa? Potrebbe invece essere il caso di riportare all’attenzione il censimento di oltre 65 mila schede bianche, cioè di persone che sono scese da casa, hanno cercato parcheggio, fatta la fila al seggio, consegnato il proprio documento ed entrando in cabina hanno scelto di votare bianco, magari accostandole alle 141 mila che hanno annullato il proprio voto con parolacce o pitturazioni tipiche. Prima di continuare a disquisire sull’astensionismo ci sarebbe forse qualcosa in più da dire sulle migliaia di persone che vanno a votare ma non votano.
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