Risultano sempre interessanti e per certi versi pittoresche, le multiformi analisi post voto. Nel nostro sistema politico non si riesce a capire come mai non ci sia mai nessuno che vinca ne tantomeno che perda. Se una forza politica supera la propria diretta concorrente di oltre dieci punti percentuali non si dice che ha vinto ma che non ha stravinto, anzi che è stata arginata, se la seconda forza del paese all’opposizione viene distanziata di altrettanti punti percentuali non ha perso, semplicemente non è stata schiacciata è questo è un dato positivo… Sembra che nella politica italiana non si vinca o si perda mai, si deve stravince con distacchi da regime o straperde quasi scomparire, altrimenti un risultato certo non c’è. Questo modo di ragionare coinvolge anche le forze per cosi dire minori, formazioni partitiche che alla prima competizione elettorale prendono in regioni come la Sicilia oltre il 15%, posizionandosi come treza forza politica regionale, non solo non hanno vinto ma si aspettava molto di più… Forse è bene ricordare tre fondamenti culturali della democrazia: In democrazia non esistono voti utili e meno utili, qualsiasi espressione percentuale dell’elettorato merita una voce e una rappresentanza, in un sistema politico democrazia, esclusivamente non si vince o si perde, ma si inizia un percorso di rappresentanza di idee, istanze ed esigenze che può partire anche dal 2%, ma soprattutto bisogna rammentare che in democrazia si vince per un voto.
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