Nel nostro paese imperversa, da anni ormai, il dibattito sulla democrazia e libertà di informazione, come se incombesse carsicamente l’alone di un regime mai dichiarato ma effettivamente esistente. A parlare di Regime, sembrano essere veramente in tanti, anzi tantissimi. Prendiamo per un attimo in considerazione questa, speriamo mai reale, eventualità. "SIAMO SOTTO UN REGIME, l'attuale Presidente del Consiglio, in realtà l'imbollitore di un popolo di stupidi che si fa condizionare e plagiare dalla pubblicità", ma allora dove sono tutti i rivoluzionari che animano quotidianamente il dibattito nazionale, se al momento che per mezzo di uno degli strumenti emblema della democrazia quale è l’Istituto Referendario, non vanno a votare? E dire che questo referendum poteva veramente cambiare alcune cose nella vita politica del nostro paese; ad esempio avrebbe impedito a Berlusconi di candidarsi in ogni collegio elettorale obbligandolo a sceglierne uno soltanto, con la consequenziale perdita di tutti quei voti che oggi ottiene candidandosi capolista in tutta Italia. Avrebbe regolato un bipartitismo in pieno testacoda, ed altro ancora… Però non si va a votare. Allora se di regime si tratta, è da chiedersi se in realtà non si tratta di un regime molto condiviso, cioè di un assetto politico sociale voluto democraticamente dai cittadini.... Il referendum è uno strumento garantito dalla Costituzione antifascista proprio per evitare i regimi.... RICORDARLO non basta bisogna andare a votare.
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