Finalmente dal popolo italiano una canzonetta ispirata dalla e alla tradizione nostrana. Hanno avuto ragione nel riconoscerla a Sanremo, la canzone di Arisa esprime, per dirla col grande Gino Stefani, la “continuità” del genio italico musicale, in cui si possono ravvisare tratti folclorici e colti della splendida concezione musicale italiana. La “semplice” melodia di base ammicca alla purezza armonica che fecero la fortuna di Modugno e di Puccini, una purezza che il raffinato orecchio italico coglie istintivamente, e versus cui tanti intellettuali, musicologi e musicisti hanno tribolato. Il testo poi, coi suoi richiami espliciti ai “grandi” valori, ulteriormente sottolineati nel video che accompagna la canzone (*) e nella stessa immagine della cantante, prendendo le distanze dalle bollicine, chiodi, sbreghi, nichilismo e relativismo dell’altro filone musicale ed iconografico che ha imperato negli anni scorsi, pone con pacata ironia l’accento al desiderio di ordine, onestà, benessere, raffinatezza e, sì, amore fondanti lo spirito più genuino della nostra tradizione.
Giovanni Vitale (EN)
3 commenti:
Ordine, onestà ma di che stai parlando? in Italia...
semiotica applicata x tutti, fantastico!!!
concordo con la continuità del genio italico, con i principi della semplicità, sincerità.Mi chiedo se oggi, l'agire dei diritti, concomitanti ai doveri, siano possibili oppure schiacciati da una parvenza di sola semplicità sintomo di alcuna altra emozione possibile. rosaria caltabiano
Posta un commento