Una mediaticità che da strumentale rischia di diventare perfino corrotta e già da tempo offensiva, è come se sulla società siciliana si riesca a riflettere solo uno spettro luminoso, riuscendo a far diventare la vergogna di un ristretto degrado sociale, l'unico elemento attrattivo del mercato mediatico. Anche le percentuali statistiche dopo decenni stanno impazzendo... mafia, degrado, dialetto, visi cupi e angosciati, mai un prodotto ha retto tanto tempo su qualsiasi mercato. Ogni libro, ogni film, ogni biografia, che riguarda la Sicilia e i siciliani continua ad avere come centro narrativo solo uno stato malavitoso dell’esistenza. Ma d'avvero non c’è nient'altro da dire su di noi ? non c'è dove spostare le luci dei riflettori, non c'è altro da inquadrare, raccontare far conoscere? Si può suggerire un semplice contesto narrativo in cui giovani, adulti e anziani si confrontano sui temi del quotidiano in un quasi perfetto italiano, in una casa dignitosa in cui si alternano le normali vicende caratteristiche di ogni famiglia. E comunque se proprio di malavita e delinquenza bisogna parlare perché non si inizia a finanziare una fiction magari sui Ragazzi di Addio Pizzo o su tutte quelle persone che ogni giorni con dignità e rispetto per la vita, fanno il proprio lavoro investendo e creando onestamente opportunità di sviluppo, visi e storie che da sempre in Sicilia sono la maggioranza. Basta con questa estrema speculazione che continua a inventare una terra che non esiste più, insultando le straordinarie persone che la popolano, di Agrodolce era bastata la prima serie speravamo potesse essere anche l’ultima.martedì 19 maggio 2009
Agro Dolce... molto amaro, tanta vergogna
Una mediaticità che da strumentale rischia di diventare perfino corrotta e già da tempo offensiva, è come se sulla società siciliana si riesca a riflettere solo uno spettro luminoso, riuscendo a far diventare la vergogna di un ristretto degrado sociale, l'unico elemento attrattivo del mercato mediatico. Anche le percentuali statistiche dopo decenni stanno impazzendo... mafia, degrado, dialetto, visi cupi e angosciati, mai un prodotto ha retto tanto tempo su qualsiasi mercato. Ogni libro, ogni film, ogni biografia, che riguarda la Sicilia e i siciliani continua ad avere come centro narrativo solo uno stato malavitoso dell’esistenza. Ma d'avvero non c’è nient'altro da dire su di noi ? non c'è dove spostare le luci dei riflettori, non c'è altro da inquadrare, raccontare far conoscere? Si può suggerire un semplice contesto narrativo in cui giovani, adulti e anziani si confrontano sui temi del quotidiano in un quasi perfetto italiano, in una casa dignitosa in cui si alternano le normali vicende caratteristiche di ogni famiglia. E comunque se proprio di malavita e delinquenza bisogna parlare perché non si inizia a finanziare una fiction magari sui Ragazzi di Addio Pizzo o su tutte quelle persone che ogni giorni con dignità e rispetto per la vita, fanno il proprio lavoro investendo e creando onestamente opportunità di sviluppo, visi e storie che da sempre in Sicilia sono la maggioranza. Basta con questa estrema speculazione che continua a inventare una terra che non esiste più, insultando le straordinarie persone che la popolano, di Agrodolce era bastata la prima serie speravamo potesse essere anche l’ultima.
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