La voglia di cogliere e riportare le opinioni, i commenti, le battute immediate e spontanee che dietro di sè portano la metabolizzazione vera dell’argomento, il chiacchiericcio, la frase detta a denti stretti che deve uscire perché dentro non può stare, il gesto che nella dialettica corporea siciliana vale spesso, più di cento parole, sguardi, occhiate ecc. quale luogo migliore per cogliere tutto ciò, se non la PIAZZA. La strada, dove opinioni e stati d’animo possono diventare un' arma di persuasione reciproca di enorme potenza, il cosìddetto “immaginario collettivo”. Nasce così “TUTTI IN PIAZZA”; non certo il luogo dell’aulico giornalismo d'opinione, ma neanche di quello di chi atteggiandosi da educatore dei popoli, poi si trova a scrivere sulle pagine di qualche rotocalco scandalistico. Cronaca, semplice cronaca, ma non dei fatti, delle idee e percezioni, spesso sbagliate e scriteriate che la gente ogni giorno si fa ed esprime al proprio vicino, dentro un bar o alla fermata di un mezzo pubblico. Opinioni e commenti scritti con lo stesso linguaggio e riferimenti, nulla di reale ma forse di molto più vero, perché è la misura di quello che la piazza e la strada ci fanno ascoltare tutti i giorni che ci aiuta a capire chi realmente siamo rispetto a chi vorremmo essere.
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