La tanto auspicata globalizzazione delle relazioni interpersonali sulla rete nasce sotto le stigmate di una libertà globalizzata, senza confini geografici ne culturali, una libertà assoluta che nasce però dall’isolamento dell’individuo: conoscere il mondo senza viverlo.
Una libertà di parlare con chiunque, di condividere da un capo all’altro del globo le proprie esperienze. Ma il pericolo è proprio quest’ultimo, soprattutto per le nuove generazioni. Infatti se si analizza il tempo medio che un ragazzo di fascia pre - e adolescenziale passa sulla rete c’è da chiedere cosa porta di se sulla rete, quali esperienze reali condivide.
Si sta in realtà progressivamente abbassando il tempo di socializzazione fisica dell’individuo, quella fisicità fatta di contatto fisico, coraggio di reazione, maturazione delle emozioni, sguardi reali, imbarazzi, cioè di tutto ciò che genera la formazione di una personalità.
Il pericolo e neanche troppo latente, è quello di creare capitani coraggiosi su una dimensione virtuale, ma tra una quindicina di anni, una classe dirigente depotenziata della possibilità di confrontarsi e affrontare il mondo reale e quotidiano che certamente lascia poco spazio a contestualizzazioni non fisiche.
Una libertà di parlare con chiunque, di condividere da un capo all’altro del globo le proprie esperienze. Ma il pericolo è proprio quest’ultimo, soprattutto per le nuove generazioni. Infatti se si analizza il tempo medio che un ragazzo di fascia pre - e adolescenziale passa sulla rete c’è da chiedere cosa porta di se sulla rete, quali esperienze reali condivide.
Si sta in realtà progressivamente abbassando il tempo di socializzazione fisica dell’individuo, quella fisicità fatta di contatto fisico, coraggio di reazione, maturazione delle emozioni, sguardi reali, imbarazzi, cioè di tutto ciò che genera la formazione di una personalità.
Il pericolo e neanche troppo latente, è quello di creare capitani coraggiosi su una dimensione virtuale, ma tra una quindicina di anni, una classe dirigente depotenziata della possibilità di confrontarsi e affrontare il mondo reale e quotidiano che certamente lascia poco spazio a contestualizzazioni non fisiche.
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