Qualsiasi inefficacia di messaggio è in realtà portatrice sana di una grande possibilità; l’assoluta potenza d’effetto. Un qualsiasi non messaggio concettualmente è da considerarsi un anti se stesso, cioè un muro di gomma che amplifica e fa rimbalzare l’informazione. Come dire su molte domande lascia molto di più il segno il silenzio che una blanda risposta. Ci sono ambiti il cui comunicare male risulta essere una delle forme più efficaci per farlo bene. Il non avere risposte immediate genera, spesso, nell’ interlocutore la necessità di cercare varchi relazionali di significato, perché non percependo risposte o messaggi diretti in realtà se ne ricevono tutti e di questo si rimane disorientati. Il non avere risposte altro non è che averle incosciamente percepite tutte, perché il non ricevere indicazioni chiare in realtà permette al nostro self di fornircele tutte. Ecco che le non risposte in realtà possono prestarsi ad esserne di vere, complesse, intime, efficaci. Perché la verità è e resta l’antitesi del così detto immaginario collettivo che è invece quella verità che nasce da un parte di pensiero che decidiamo di condividere con gli altri. Dall’attività percettiva nascono le idee, dall’idea che ci facciamo su una cosa nasce la personale verità su di essa, dal confronto di più idee nasce l’immaginario collettivo, quale derivato della verità personale di ognuno.
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